Carla Venosta (1926 Monza) designer, terminati gli studi classici, si iscrive alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Nel 1971 inizia a operare nei campi del product design, allestimenti, artigianato, architettura, mostre ("Design & Design", Milano 1979; "Moi et chez moi", Parigi 1990 e "Going Home", Londra 1991) e arredo urbano, come l’area al Portello Sud Fiera di Milano, 1989. Ormai completamente legata alla cultura del progetto, si impegna anche in ambito associativo partecipando al direttivo Adi 1991-92 e ai consigli di amministrazione della XVII (1983) e XVIII (1992) edizione della Triennale di Milano. Tra le sue esperienze, è sicuramente quella inglese – l’eredità concettuale della protagonista del movimento laburista Beatrice Webb e quella di William Morris, l'iniziatore del rapporto tra il sociale, l'arte e la produzione industriale - a segnare il suo percorso formativo, riconoscibile per le geniali soluzioni dei problemi progettuali nei diversi campi d’intervento. E’ così che realizza oggetti che tendono a ridurre gli spazi interni della casa, dimensionandoli con elementi divisori, funzionali e unificati. Due volte insignita dal Compasso d’Oro - nel 1979 per la macchina elettromedicale computerizzata Mark 5 (Amplaid) e nel 1981 per il controsoffitto integrato per spazi industriali Teknico (Termisol) – riceve il primo premio del Concorso Nazionale di Artigianato Religioso del Santuario di Pompei con un crocefisso da tavolo. Dal suo studio milanese -ormai considerato uno dei luoghi essenziali dell’Italian Design – escono lavori come il sistema per ufficio Variabile (Arflex, 1975) e quelli direzionali Koré e Portello (Gruppo Industriale Busnelli, rispettivamente 1985 e 1989); le librerie Antologia Due (Tosimobili, 1981) e Telemaco (Alinovi, 1993); il servizio da tè e caffè Red House (Lapini, 1986) e quello da scrivania Exalibur (Atelier De Vecchi, 1989); la struttura in marmo e pietra serena per interni ed esterni Panca (Ultima Edizione, 1989); la sedia con schienale in cristallo Le Violon (Gallotti & Radice, 1992) e la poltroncina in midollino Alice (Vittorio Bonacina, 1996).
Alla sua attività – che ha sempre cercato di tradurre le nuove tecnologie nel sistema degli oggetti - viene riconosciuto il Premio Minerva alla professione (Roma, 1984); la Medaglia d’Oro alla Carriera per la Provincia di Milano (1985) e l’investitura di Commendatore della Repubblica Italiana (1988).
Dal decennio Novanta si occupa principalmente della Fondazione Guido Venosta da lei voluta: un vero omaggio all’attività del marito.
Fonte: dcomedesign.org